La mostra “Do We Look Alike?” che include Flavia Dal Grande, Beatrice Gelmetti e Chiara Ressetta, a cura di Caterina Fondelli, nasce dal periodo di residenza trascorso dalle artiste, durante la fine dell’estate 2022, presso la sede del progetto C.F. Contemporary Fire. L’esposizione riunisce opere d’arte specificatamente create nelle settimane di permanenza, insieme a altri lavori correlati alla tematica che lega così, in un avventuroso dialogo, le rappresentazioni visive delle tre protagoniste.
Dato l’intento e il carattere profondamente immersivo dell’esperienza vissuta dalle artiste, in un contesto peculiare a livello paesaggistico e faunistico, la mostra “Do We Look Alike?” nasce per porsi incessantemente degli interrogativi sull’antropocentrismo e sulle somiglianze fra individui umani, animali e organismi naturali.
Gli esseri umani si considerano, per la maggior parte del tempo, i padroni dell’Universo, una specie dominante, che detta, o almeno così le appare, i flussi degli ecosistemi e addomestica al proprio volere ciò che ha attorno a sé. Effettivamente l’uomo è stato in grado di apportare dei secoli, modificazioni irreversibili e catastrofiche all’equilibrio del Pianeta; ma trascorrendo del tempo all’aria aperta, facendo sì che il susseguirsi degli spostamenti degli astri e la variabilità dei fenomeni atmosferici definiscano i ritmi del processo creativo, possiamo renderci conto di come le specie animali e naturali siano forti e preponderanti.
Non a caso l’Etologia, ovvere la scienza che applica metodi d’uso corrente in tutti gli altri campi della biologia ai comportamenti degli animali e delle persone, rammenta quante similitudini inter specie vi siano, sottolineando in tal modo una visione totalmente a-gerarchica fra queste. “Do We Look Alike?” conduce in un percorso di scoperta fra le pitture e i disegni profondamente gestuali ed emotivi delle artiste, che inglobano, spesso sullo stesso supporto, svariate tipologie di animali, elementi vegetali, persone o attributi di esse.
Apparizioni, velature evanescenti, superfici materiche stratificate, colori vividi, turbini di molteplicità visuali in cui perdersi per poi individuare ogni volta nuovi soggetti: queste le volitive caratteristiche delle opere qui presentate, in una mostra fascinosa e contemporaneamente votata ad una riflessione esistenziale necessaria e attuale.