Juliet Art Magazine

7 Marzo 2022

“Zouwu”, Helena Hladilová: il ruolo del racconto

La mostra Zouwu è la prima personale di Helena Hladilová presso la galleria SpazioA di Pistoia. Inaugurato lo scorso 29 gennaio 2022, il progetto espositivo testimonia una visione nuova, rinnovata e lungimirante nella pratica dell’artista, dettando inediti ritmi, narrazioni ed esiti. L’esposizione sarà visitabile fino al 12 marzo 2022.

Helena Hladilová, Tanuki, 2021, Marmo bianco di Carrara, Moresco e acquerello, cm 37.5 x 55.5 x 9. Courtesy SpazioA, Photo Camilla Maria Santini

“Posizionate a diverse altezze, queste opere sembrano seguire le trame di un racconto infantile, laddove le coordinate spazio-temporali si infittiscono e ingarbugliano e la metamorfosi è una costante. La narrazione risucchia nel suo gorgo di meraviglia, a tratti primordiale, lo spettatore, che si ritrova a inseguire il filo della storia delle illustrazioni che Hladilová ci mette sul cammino e che frammentano l’incedere con la ripetuta apertura di nuove finestre. Al tempo stesso le medesime trame ci obbligano a proseguire incalzati da una voglia di scoperta e curiosità.”

© Caterina Fondelli


10 Gennaio 2022

“Hydra Decapita” di Dominique White: la materialità, strumento di trasformazione e rinascita

La mostra personale di Dominique White “Hydra Decapita” ha inaugurato lo scorso 12 Novembre 2021 presso VEDA Firenze, anticipata da una presentazione monografica dell’artista durante l’ultima edizione della fiera Artissima di Torino. L’esposizione sarà visitabile fino al 15 Gennaio 2022.

Hydra Decapita, by Dominique White, 2021. Installation views at VEDA, Florence. Courtesy the
artist and VEDA, Florence. Photo: Flavio Pescatori

“Questi corpi che si ergono nello spazio della galleria, generano percorsi e mondi altri nei quali immergersi, divengono qualcosa da cui non si può scappare, una sorta di risacca che attira dentro sé stessa e ci impone di essere considerata in tutto il suo “brutale” splendore. Attuando un’attività di recupero e di esposizione al deperimento sulle merci più secolarmente legate allo sfruttamento e alle dominazioni, Dominique White celebra e rende omaggio alla Blackness, evitando consapevolmente di porsi in una posizione di potere rispetto all’oggetto d’arte e ciò di cui è costituito.”

© Caterina Fondelli


26 Novembre 2021

Superblast in Manifattura Tabacchi: un progetto in cui la contemporaneità fluisce

“Superblast” (composto da sùper, «sopra», e da -blasto, «germe») indica qualcosa di grande, che debba ancora vedere luce. Da questi presupposti nasce la prima edizione del progetto di residenze promosso da NAM – Not a Museum, il programma per l’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi, Firenze, con una call internazionale per artisti e un focus tematico incentrato sulla multidisciplinarietà e sostenibilità. 

Federica Di Pietrantonio, Not So Far Away, Courtesy Manifattura Tabacchi, Firenze, Photo Leonardo Morfini

“Progetti di questa tipologia necessitano un plauso: risultano fondamentali e una naturale conseguenza delle esigenze della realtà contemporanea, ibrida e in continuo movimento, in cui siamo immersi.”

© Caterina Fondelli


11 Agosto 2021

Ali Banisadr. Beautiful Lies a Palazzo Vecchio e al Museo Stefano Bardini di Firenze

La mostra personale “Beautiful Lies” di Ali Banisadr (1976, Teheran) a Firenze si inserisce all’interno del progetto Museo Novecento OFF, creando una nuova occasione per l’istituzione di uscita dai propri ambienti consueti, presentando un’eccellente proposta in merito all’arte contemporanea internazionale.

Ali Banisadr, Beautiful Lies, installation view al Museo Stefano Bardini, Courtesy Museo Stefano Bardini e Museo di Palazzo Vecchio, Firenze, Photo Serge Domingie

“Il risultato di questo percorso di vita interiore radicato nell’esperienza collettiva, è rappresentato da veri e propri mondi laddove figurazione e astrazione svolgono un gioco di bilanciamenti, producendo un’energia di ritmi di suoni e colori. La creazione di movimento e metamorfosi perpetua porta all’impossibilità di identificare un punto focale e una gerarchia nelle sue composizioni, che divengono complesse a livello strutturale e formate da una molteplicità di figure e suggestioni che si mescolano e collidono, fino al raggiungimento di un’armonia tipica delle orchestre.”

© Caterina Fondelli

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