“New and vestigial traits”di Eva Löfdahl: ridefinire i paradigmi del consueto

“New and vestigial traits”, by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022.Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

“L’artista svedese considera in verità ogni oggetto in uno stato di trasformazione, di cambiamento e passaggio che lo porterà a qualcosa d’altro e pone così una luce particolare su tali caratteristiche.”

“New and Vestigial Traits” è la seconda mostra personale dell’artista Eva Löfdahl (1953,  Göteborg, Svezia) presso la galleria VEDA di Firenze. Accolta nella nuova sede in Via Delle Cascine, 35 e supportata dal prezioso sostegno dell’Ambasciata Svedese in Italia, l’esposizione sarà visitabile fino al prossimo 16 aprile 2022.

"New and vestigial traits", by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022. Courtesy the artist and VEDA, Florence. Photo: Flavio Pescatori
“New and vestigial traits”, by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022. Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

Riunendo opere recenti provenienti da altri progetti, con lavori appositamente concepiti per la mostra, “New and Vestigial Traits” ripercorre la poetica e la pratica di un’artista in grado di coniugare diversi ambiti del sapere con una ricerca specifica focalizzata sui materiali, che molto spesso risultano capaci di determinarne totalmente il flusso progettuale.

La fase di scelta diviene fondamentale, parte integrante di un’arte costituita da una traiettoria profondamente votata al processo. Mediante una selezione di oggetti e materiali trovati e intervenendo su di essi fino ad alterarli, Eva Löfdahl illumina il potenziale e le possibilità offerte da essi, molto spesso latenti e nascoste. L’artista ne indaga i limiti, gli spunti, le caratteristiche, le piccole e familiari stranezze del quotidiano, utilizzandoli come viatico di significati o meglio di una stratificazione di interpretazioni. 

“New and vestigial traits”, by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

Löfdahl approda alla realizzazione di sculture minimali e installazioni site – specific dall’aspetto evidentemente intrigante, specialmente grazie alla capacità investigativa fuori dal comune da lei messa in campo, meritevole di notare e sondare particolari sotto i nostri occhi ogni giorno e per questo frequentemente trascurati. Le sue creazioni di oggetti, che suscitano una sensazione di impenetrabilità e inerzia, sono formalmente collocabili nello spazio liminale fra modelli scientifici e profili naturali, stimolando l’osservatore nel porsi grandi quesiti concernenti il legame instaurabile con l’universo e la comprensione di esso.

“New and vestigial traits”, by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

L’artista possiede un’enorme abilità nel declinare i propri interessi e ambiti d’azione attraverso differenti medium, ed è così che la mostra racchiude opere che spaziano da sculture, in cui il proprio intervento assimila materiali differenti e insoliti, operando anche in maniera pittorica, fino alle fotografie o uno schermo decisamente somigliante a un quadro monocromo. The Earth As We Know It del 2018, appesa alla parete che accoglie il fruitore una volta fatto il suo ingresso in galleria, si configura per il curioso assemblaggio di spazzole in nylon e legno, in cui viene ritagliato nelle setole la sagoma di un paesaggio. Osservando l’opera ad una certa distanza, lo sguardo umano ne coglierà il rimando e inizierà così lo spostamento di piani fra contenitore e contenuto, che proseguirà come fil rouge per tutto il percorso espositivo. I temi di evoluzione, transizione e quindi accumulo di significanti e significati, sono approcciati nelle opere precedenti attraverso uno studio sul paesaggio, che riscontriamo infatti anche nella serie di stampe fotografiche Untitled risalenti al 2021. Qui Eva Löfdahl ritrae le sedimentazioni di sabbia restituite dal mare una volta ritiratosi con la risacca; tre frames in cui si coglie il tentativo di catturare la metamorfosi e con la presenza di una gamma cromatica ricorrente nella globalità della mostra.

Eva Löfdahl, The Earth As We Know It, 2018. Detail
“New and vestigial traits”, installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.
Eva Löfdahl, Untitled, 2021.
“New and vestigial traits”, installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

L’artista svedese considera in verità ogni oggetto in uno stato di trasformazione, di cambiamento e passaggio che lo porterà a qualcosa d’altro e pone così una luce particolare su tali caratteristiche. Concentrandosi soprattutto sulle qualità della superficie di questi corpi, ella è in grado di far scaturire quella tensione tra le forme materiali che si trovano in un apparente stato di staticità, tipica della loro natura scultorea.

Se i lavori descritti rivolgevano la loro attenzione a una dimensione parietale e verticale, le singole opere titolate The Lasting Tail I, II e III (2022) conducono il punto di osservazione a terra verso una costellazione di ceramiche che assume svariate proprietà estetiche, molto usuali nella vita di ognuno. Nel gruppo di The Lasting Tail l’artista agisce sull’aspetto superficiale degli oggetti su due livelli: uno riguarda il modo in cui cosparge alcuni elementi di una polvere grigiastra, mentre altri riverberano per lo smalto a strisce gialle e nere con cui sono stati dipinti; contemporaneamente essi si distinguono per l’evocazione di forme di vari contenitori. Questi ultimi mostrano tratti simili, ma funzioni diverse, caratteri viventi e non, troviamo pertanto sparsi sul pavimento ciò che appare come anfore, vasi, vespe e insetti traslucidi, pipette di medicine e una sorta di bomba disinnescata. 

Eva Löfdahl, The Lasting Tail II, 2022.
“New and vestigial traits”, installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

La loro presenza è altresì silenziosamente assorbita da un espediente allestitivo, ovvero la collocazione dell’opera Untitled (2022) formata da un tessuto retroriflettente, che abbaglia chi lo guarda o ne riflette la figura come se fosse una debole ombra nella foschia.

“New and vestigial traits”, by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori

Il punto in comune di tutti gli elementi costitutivi del ciclo The Lasting Tail è il compito di contenitori che essi ricoprono, inglobando in sé delle sostanze oppure nel caso delle “vespe”, corpi che sono al tempo stesso esoscheletri e recipienti, contenitori perciò di veleno, ma anche contenitori del corpo dell’insetto. 

Il concetto di esoscheletro si estende in tal modo che nelle installazioni a parete Scaffolds of the Mind I – IV (2022), l’artista pone la propria attenzione completamente sulla struttura che sorregge e al contempo contiene, sviluppando dei minuscoli artigli di metallo ad assicurare le opere. L’antropomorfismo che tipicamente le opere di Löfdahl includono, sia attraverso dei riferimenti nei titoli a parti del corpo umano e forme biomorfe, che mediante il conferimento di attributi vitali ad oggetti inanimati, è miscelato con qualità meccaniche o artificiali simultaneamente. L’interpretazione dei propri lavori è difatti sempre enigmatica e aperta a molteplici esiti: nonostante un’apparenza ordinaria, semplice, consueta agli occhi di chi guarda, la comprensione e la definizione si fanno ostiche.

“New and vestigial traits”, by Eva Löfdahl. Installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.
Eva Löfdahl, Untitled II, 2022.
“New and vestigial traits”, installation views at VEDA, Florence, 2022.
Courtesy the artist and VEDA, Florence. Images: Flavio Pescatori.

Dopo aver piegato il materiale, trovato e scelto accuratamente, alle proprie esigenze artistiche e concettuali, le opere di Eva Löfdahl suggeriscono ma non spiegano, non impongono una narrazione a chi le osserva e si estendono oltre se stesse sia comunicativamente che spazialmente. Le interessano infatti molto i “vuoti”, gli interspazi, attorno ai suoi oggetti, che danno loro ulteriore vita; questo è il suo scopo principale, non essendo intenzionata a voler esaurirne le capacità. L’artista infonde l’energia e la direzione a ciò che trova, che poi prenderà una strada propria e inaspettata; vuole che il cambiamento sia protagonista e per raggiungere questo obiettivo raccoglie “tessere” di quotidianità. Come nel nesso significante – significato, ovvero contenitore e contenuto, si verifica l’arbitrarietà, così l’artista si rifà a “referenti” universali (l’oggetto e quindi il significato) che ogni fruitore leggerà, secondo la propria e unica “lingua” (il segno, ossia il significante).

New and Vestigial Traits

12 Febbraio – 16 Aprile 2022

VEDA

c/o Manifattura Tabacchi, B6 – Via delle Cascine 35, 50144 Firenze IT

https://www.spazioveda.it

@spazioveda

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